FISIOTERAPIA
Che cos'è la Massoterapia?
Consiste in una serie di movimenti eseguiti dalle mani del terapeuta sulla superficie corporea del paziente. In altre parole, è la manipolazione dei tessuti molli il cui scopo principale è quello di alleviare il disagio in diverse parti del corpo, causato da vari fattori come traumi, cattiva postura e stress, tra gli altri. La parola massaggio può avere differenti origini: dall'arabo MASS che significa toccare delicatamente, strofinare delicatamente; dal greco MASSEIN che significa impastare, strofinare o sfregare; dall'ebraico MASHECH il suo significato è palpare, tastare; e dal francese MASSER il cui significato è quello di impastare, strofinare, ammassare. Si tratta di una tecnica che ha origini antiche, e che ai tempi veniva associata a proprietà curative "magiche". Ha poche controindicazioni ed effetti collaterali, è facile da applicare ma occorre sempre avere una profonda conoscenza dei tipi di tecniche, degli obiettivi di ciascuna e delle forme di applicazione. Effetti fisiologici del massaggio terapeutico (a seconda del tipo di manovra)
Il massaggio è uno strumento potente a beneficio del complesso psicofisiologico del paziente. Ecco gli effetti positivi generali dell'applicazione del massaggio:
1. Riscaldare, stimolare e sviluppare la muscolatura
2. Stimolare o calmare il sistema nervoso (effetto analgesico)
3. Rilassare i muscoli
4. Migliorare le aderenze, rendere i tessuti più flessibili
5. Migliorare la circolazione, eliminando le tossine
6. Migliorare il benessere psicologico
Consiste in una serie di movimenti eseguiti dalle mani del terapeuta sulla superficie corporea del paziente. In altre parole, è la manipolazione dei tessuti molli il cui scopo principale è quello di alleviare il disagio in diverse parti del corpo, causato da vari fattori come traumi, cattiva postura e stress, tra gli altri. La parola massaggio può avere differenti origini: dall'arabo MASS che significa toccare delicatamente, strofinare delicatamente; dal greco MASSEIN che significa impastare, strofinare o sfregare; dall'ebraico MASHECH il suo significato è palpare, tastare; e dal francese MASSER il cui significato è quello di impastare, strofinare, ammassare. Si tratta di una tecnica che ha origini antiche, e che ai tempi veniva associata a proprietà curative "magiche". Ha poche controindicazioni ed effetti collaterali, è facile da applicare ma occorre sempre avere una profonda conoscenza dei tipi di tecniche, degli obiettivi di ciascuna e delle forme di applicazione. Effetti fisiologici del massaggio terapeutico (a seconda del tipo di manovra)
Il massaggio è uno strumento potente a beneficio del complesso psicofisiologico del paziente. Ecco gli effetti positivi generali dell'applicazione del massaggio:
1. Riscaldare, stimolare e sviluppare la muscolatura
2. Stimolare o calmare il sistema nervoso (effetto analgesico)
3. Rilassare i muscoli
4. Migliorare le aderenze, rendere i tessuti più flessibili
5. Migliorare la circolazione, eliminando le tossine
6. Migliorare il benessere psicologico
L’Osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che si avvale di un insieme di tecniche esclusivamente manuali e non invasive, è basato sulle conoscenze mediche tradizionali, come anatomia e fisiologia e non prevede l’uso di farmaci.
L’ obiettivo dell’osteopata è di restituire ai vari sistemi del corpo la capacità di svolgere la loro funzione in modo corretto ed efficace.
1. il sistema muscolo-scheletrico
2. il sistema viscerale
3. il sistema cranio-sacrale
4. il sistema linfatico
5. il sistema nervoso centrale e periferico
6. il sistema endocrino
7. il sistema circolatorio
8. il sistema fasciale e posturale
L’osteopatia, proprio grazie ai principi su cui si basa, interviene su persone di tutte le età, dal neonato all’anziano, dalla donna in gravidanza all’atleta d’elite.
L’osteopatia si rivela efficace in numerosi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre una vita serena, disturbi come cervicalgie, lombalgie, artrosi, discopatie, cefalee, dolori articolari e muscolari da traumi, alterazioni dell’equilibrio, nevralgie, stanchezza cronica, affezioni congestizie come otiti e sinusiti, disturbi ginecologici o digestivi…
L’ obiettivo dell’osteopata è di restituire ai vari sistemi del corpo la capacità di svolgere la loro funzione in modo corretto ed efficace.
1. il sistema muscolo-scheletrico
2. il sistema viscerale
3. il sistema cranio-sacrale
4. il sistema linfatico
5. il sistema nervoso centrale e periferico
6. il sistema endocrino
7. il sistema circolatorio
8. il sistema fasciale e posturale
L’osteopatia, proprio grazie ai principi su cui si basa, interviene su persone di tutte le età, dal neonato all’anziano, dalla donna in gravidanza all’atleta d’elite.
L’osteopatia si rivela efficace in numerosi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre una vita serena, disturbi come cervicalgie, lombalgie, artrosi, discopatie, cefalee, dolori articolari e muscolari da traumi, alterazioni dell’equilibrio, nevralgie, stanchezza cronica, affezioni congestizie come otiti e sinusiti, disturbi ginecologici o digestivi…
Il kinesiotaping, o taping neuromuscolare, è una tecnica di confezionamento funzionale con nastro adesivo con elasticità in grado di creare una facilitazione neuromuscolare al sistema su cui è applicato, atta a stimolare un processo di autoguarigione del corpo. Il suo confezionamento non trova applicazione nei traumi minori quali lesioni traumatiche che devono essere all'inizio trattate con il bendaggio funzionale e solo successivamente a riparazione avvenuta, con la facilitazione neuromuscolare. Il nastro adesivo, tipo Dream K, possiede una elasticità in senso longitudinale massima del 140%, di materiale in fibra di cotone senza latex e con un collante anallergico steso a onde. Inoltre ha lo stesso peso specifico della cute. Il kinesiotape deve avere alcune caratteristiche necessarie per la buona riuscita del bendaggio nelle sue varie metodiche.
Stabilità: sotto l'azione muscolare con le varie sollecitazioni di carico sia di performance sportiva che nella quotidianità, deve rimanere stabile. Così come deve essere stabile in presenza della sudorazione oppure in acqua (sia essa una doccia oppure un allenamento in piscina) senza staccarsi dalla cute. Può essere indossato per 24 ore al giorno fino ad un massimo di 10 giorni per le migliori marche di kinesiotape.
Resistenza: anche in presenza delle varie sollecitazioni di carico muscolare o tissutale, non deve venire a mancare la funzione essenziale di sollecitazione del sistema neuromuscolare.
Traspirazione e permeabilità.
Assenza di farmaci o ingredienti chimici.
Applicazioni del kinesiotaping
1. Prevenzione
2. Performance Sportiva
3. Terapia del dolore
4. Recupero Funzionale
5. Traumi minori (post primo soccorso)
Stabilità: sotto l'azione muscolare con le varie sollecitazioni di carico sia di performance sportiva che nella quotidianità, deve rimanere stabile. Così come deve essere stabile in presenza della sudorazione oppure in acqua (sia essa una doccia oppure un allenamento in piscina) senza staccarsi dalla cute. Può essere indossato per 24 ore al giorno fino ad un massimo di 10 giorni per le migliori marche di kinesiotape.
Resistenza: anche in presenza delle varie sollecitazioni di carico muscolare o tissutale, non deve venire a mancare la funzione essenziale di sollecitazione del sistema neuromuscolare.
Traspirazione e permeabilità.
Assenza di farmaci o ingredienti chimici.
Applicazioni del kinesiotaping
1. Prevenzione
2. Performance Sportiva
3. Terapia del dolore
4. Recupero Funzionale
5. Traumi minori (post primo soccorso)
FISIOTERAPIA STRUMENTALE
La parola T.E.CA.R è un acronimo, che sta a significare: Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo.
La tecarterapia impiegata nella patologia traumatologica, nella patologia osteoarticolare e dei tessuti molli si avvale dell’utilizzo di un macchinario che determina lo spostamento delle cariche elettriche e sfrutta il principio del condensatore. Esse stimolano i tessuti producendo calore direttamente dall’interno, a differenza delle altre forme di termoterapia che lo fanno solo dall’esterno, determinando così la vasodilatazione, cioè un maggior afflusso di sangue nella zona sottoposta a trattamento. Quest’ultimo, poi, porta all’eliminazione dei cataboliti, (ovvero i prodotti di scarto del metabolismo cellulare) e dei prodotti dell’infiammazione (es. l’istamina) responsabili del nostro dolore. Inoltre, sempre grazie all’aumento della vascolarizzazione locale, vi è un maggior apporto di ossigeno e di sostanze nutritive che servono alla guarigione del tessuto e quindi più in generale di tutto il nostro organismo.
La tecarterapia può essere associata, senza problemi, ad altre terapie e non ha controindicazioni ad eccezione di quelle relative a tutte le apparecchiature elettromedicali, come la presenza di pacemaker o le donne in gravidanza. Non ha effetti collaterali e ciò consente anche applicazioni in tempi molto ravvicinati al trauma, e anche due volte nell’arco della stessa giornata, a vantaggio del recupero motorio. In presenza di protesi metalliche (es. anca, ginocchio spalla) o di problemi di sensibilità al calore (es. pazienti diabetici) basteranno solo degli opportuni accorgimenti che non precluderanno comunque l’opportunità di effettuare la terapia.
Le indicazioni terapeutiche della tecarterapia sono molteplici:
distorsioni ed edemi
tendiniti e borsiti
lesioni muscolari, tendinee e legamentose
coxartrosi e gonartrosi
traumi contusivi
traumi ossei e osteoarticolari
riabilitazione post-chirurgica
capsulite adesiva
cervicalgie e cervicobrachialgie
lombalgie e lombo-sciatalgie
meniscosi e lesioni meniscali
algie croniche
condropatia femoro-rotulea
sindrome pubalgica
La tecarterapia impiegata nella patologia traumatologica, nella patologia osteoarticolare e dei tessuti molli si avvale dell’utilizzo di un macchinario che determina lo spostamento delle cariche elettriche e sfrutta il principio del condensatore. Esse stimolano i tessuti producendo calore direttamente dall’interno, a differenza delle altre forme di termoterapia che lo fanno solo dall’esterno, determinando così la vasodilatazione, cioè un maggior afflusso di sangue nella zona sottoposta a trattamento. Quest’ultimo, poi, porta all’eliminazione dei cataboliti, (ovvero i prodotti di scarto del metabolismo cellulare) e dei prodotti dell’infiammazione (es. l’istamina) responsabili del nostro dolore. Inoltre, sempre grazie all’aumento della vascolarizzazione locale, vi è un maggior apporto di ossigeno e di sostanze nutritive che servono alla guarigione del tessuto e quindi più in generale di tutto il nostro organismo.
La tecarterapia può essere associata, senza problemi, ad altre terapie e non ha controindicazioni ad eccezione di quelle relative a tutte le apparecchiature elettromedicali, come la presenza di pacemaker o le donne in gravidanza. Non ha effetti collaterali e ciò consente anche applicazioni in tempi molto ravvicinati al trauma, e anche due volte nell’arco della stessa giornata, a vantaggio del recupero motorio. In presenza di protesi metalliche (es. anca, ginocchio spalla) o di problemi di sensibilità al calore (es. pazienti diabetici) basteranno solo degli opportuni accorgimenti che non precluderanno comunque l’opportunità di effettuare la terapia.
Le indicazioni terapeutiche della tecarterapia sono molteplici:
distorsioni ed edemi
tendiniti e borsiti
lesioni muscolari, tendinee e legamentose
coxartrosi e gonartrosi
traumi contusivi
traumi ossei e osteoarticolari
riabilitazione post-chirurgica
capsulite adesiva
cervicalgie e cervicobrachialgie
lombalgie e lombo-sciatalgie
meniscosi e lesioni meniscali
algie croniche
condropatia femoro-rotulea
sindrome pubalgica
La ionoforesi - letteralmente “trasporto di ioni” - è una tecnica che rientra nel campo delle elettroterapie e che consiste nella somministrazione di un farmaco per via transcutanea, sfruttando una corrente continua prodotta da un’apposita strumentazione.
La ionoforesi si applica di regola ad articolazioni dolenti e/o infiammate.
La procedura prevede di applicare sulla cute, in corrispondenza dell'area da trattare, una sostanza ionizzata analgesica o antinfiammatoria in forma liquida o in gel. La sostanza viene poi coperta da un elettrodo (polo positivo o negativo, a seconda del farmaco impiegato).
Il circuito viene chiuso da un altro elettrodo posto abitualmente dal lato opposto dell’articolazione da trattare.
Il circuito è percorso da una corrente continua a bassa intensità (non oltre 20 mA), per circa 10-20 minuti. La corrente “trascina” il farmaco con una concentrazione efficace fino ad alcuni centimetri di profondità.
La ionoforesi presenta un doppio vantaggio: può risparmiare l'assunzione del farmaco per altra via e ne consente una concentrazione locale selettiva. Si aggiunga che la corrente di per se stessa ha un effetto analgesico.
La durata di una seduta, solitamente, è di circa 20 minuti.
Di regola si applicano 8-12 sedute, con cadenza da 3 a 5 volte la settimana.
QUALI SONO I SUOI EFFETTI BENEFICI?
La ionoforesi viene applicata tipicamente al trattamento di:
1. infiammazioni e forme dolorose muscolo-scheletriche;
2. traumi muscolari e ossei;
3. patologie degenerative o infiammatorie delle articolazioni;
4. iperidrosi.
QUALI SONO I SUOI EFFETTI BENEFICI?
La ionoforesi viene applicata tipicamente al trattamento di:
1. infiammazioni e forme dolorose muscolo-scheletriche;
2. traumi muscolari e ossei;
3. patologie degenerative o infiammatorie delle articolazioni;
4. iperidrosi.
Laserterapia è un termine con il quale ci si riferisce all’uso terapeutico del laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation, amplificazione di luce attraverso l’emissione stimolata di radiazione), un dispositivo piuttosto complesso che si avvale dell’energia generata dai raggi laser per ottenere una risposta biochimica in corrispondenza della membrana cellulare.
Dopo la sua invenzione (1960) il laser è stato diffusamente impiegato sia per applicazioni chirurgiche (laser chirurgia), che terapeutiche (laserterapia).
Le influenze della laserterapia
La laserterapia è una terapia fisica che, impiegando il laser, può influenzare diversi meccanismi biologici del corpo, in maniera sempre meno invasiva e con maggiore precisione. In che modo?
1. Riscalda il tessuto, per un sollievo immediato da dolore e rigidità localizzati a livello articolare o muscolare con effetto antidolorifico
2. Stimola la funzionalità vascolare locale, per rilassare la muscolatura e aiutare a ridurre infiammazione, edema e sintomatologia dolorosa con effetto antinfiammatorio
3. Promuove il metabolismo cellulare, per stimolare i processi di riparazione tissutale e ripristino funzionale in caso di lesioni muscolari che non possono essere risolte chirurgicamente
Grazie ai suoi effetti su dolore, edema ed infiammazione, è una tecnica che trova ampio utilizzo in fisioterapia, riabilitazione e in ambito di pain management.
Patologie che possono essere affrontate con successo con la laserterapia
1. Patologie osteoarticolari
2. Un gruppo di patologie che include problematiche con un alto impatto sulla qualità della vita e che affliggono in prevalenza la popolazione matura, come l’osteoartrosi e, in generale, il dolore articolare
3. Patologie neuromuscolari
4. Condizioni di particolare interesse per la popolazione giovane e attiva, spesso associate all’affaticamento neurologico e muscolare od originate da infortuni sportivi
5. Tendinopatie
6. Una famiglia che raggruppa problematiche dolorose che interessano i tendini e le zone annesse. Queste patologie sono molto comuni negli atleti, una popolazione sensibile alla possibilità di accorciare i tempi di recupero e tornare ad alte prestazioni. Un altro aspetto riguarda le tendinopatie generate dallo svolgimento di attività occupazionali che implicano movimenti ripetitivi, in cui viene compromessa, oltre alla qualità della vita in generale, la capacità lavorativa dei pazienti. In questi casi un recupero accelerato delle capacità funzionali consente di limitare le assenze dal lavoro
7. Edemi/Ematomi
8. Correlati rispettivamente a condizioni patologiche del sistema linfatico e circolatorio
9. Lesioni tissutali
10. Cioè i danni traumatici a carico dei tessuti molli che possono interessare diverse aree anatomiche
Dopo la sua invenzione (1960) il laser è stato diffusamente impiegato sia per applicazioni chirurgiche (laser chirurgia), che terapeutiche (laserterapia).
Le influenze della laserterapia
La laserterapia è una terapia fisica che, impiegando il laser, può influenzare diversi meccanismi biologici del corpo, in maniera sempre meno invasiva e con maggiore precisione. In che modo?
1. Riscalda il tessuto, per un sollievo immediato da dolore e rigidità localizzati a livello articolare o muscolare con effetto antidolorifico
2. Stimola la funzionalità vascolare locale, per rilassare la muscolatura e aiutare a ridurre infiammazione, edema e sintomatologia dolorosa con effetto antinfiammatorio
3. Promuove il metabolismo cellulare, per stimolare i processi di riparazione tissutale e ripristino funzionale in caso di lesioni muscolari che non possono essere risolte chirurgicamente
Grazie ai suoi effetti su dolore, edema ed infiammazione, è una tecnica che trova ampio utilizzo in fisioterapia, riabilitazione e in ambito di pain management.
Patologie che possono essere affrontate con successo con la laserterapia
1. Patologie osteoarticolari
2. Un gruppo di patologie che include problematiche con un alto impatto sulla qualità della vita e che affliggono in prevalenza la popolazione matura, come l’osteoartrosi e, in generale, il dolore articolare
3. Patologie neuromuscolari
4. Condizioni di particolare interesse per la popolazione giovane e attiva, spesso associate all’affaticamento neurologico e muscolare od originate da infortuni sportivi
5. Tendinopatie
6. Una famiglia che raggruppa problematiche dolorose che interessano i tendini e le zone annesse. Queste patologie sono molto comuni negli atleti, una popolazione sensibile alla possibilità di accorciare i tempi di recupero e tornare ad alte prestazioni. Un altro aspetto riguarda le tendinopatie generate dallo svolgimento di attività occupazionali che implicano movimenti ripetitivi, in cui viene compromessa, oltre alla qualità della vita in generale, la capacità lavorativa dei pazienti. In questi casi un recupero accelerato delle capacità funzionali consente di limitare le assenze dal lavoro
7. Edemi/Ematomi
8. Correlati rispettivamente a condizioni patologiche del sistema linfatico e circolatorio
9. Lesioni tissutali
10. Cioè i danni traumatici a carico dei tessuti molli che possono interessare diverse aree anatomiche
Inizialmente usata quasi esclusivamente come trattamento per favorire la rigenerazione del tessuto osseo, la magnetoterapia è una terapia fisica sempre più utilizzata in fisioterapia, in quanto negli anni sono stati dimostrati i suoi potenti effetti rigenerativi, dovuti ai cambiamenti fisiologici che provoca nell’organismo umano.
La magnetoterapia è una tecnica che sfrutta i benefici dei campi magnetici a scopo curativo e riabilitativo.
Se applicata sul nostro corpo, l’azione dei campi magnetici è in grado di ristabilire l’equilibrio biochimico delle cellule qualora questo sia compromesso, ripristinando la corretta funzionalità della membrana cellulare.
Le onde utilizzate in magnetoterapia in particolare sono non-ionizzanti, cioè non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti, ma esercitano solamente un’azione biofisica su di essi.
In base alla differente sorgente del campo magnetico, si possono individuare tre diversi tipi di magnetoterapia:
1. Statica:
è la tipologia più semplice di magnetoterapia che si effettua attraverso un solenoide, ovvero un apparecchio di forma cilindrica percorso da corrente che genera un campo elettromagnetico al suo interno
2. A bassa frequenza: Genera campi magnetici variabili con frequenze che oscillano tra i 10 e i 200 Hz, ed è la più indicata per favorire la rigenerazione dei tessuti
3. Ad alta frequenza (o radio frequenza): Raggiunge frequenze elevatissime, quantificabili nell’ordine di milioni di hertz (da 18 a 900 Mhz). Queste frequenze radio vengono utilizzate soprattutto per il loro effetto analgesico e antinfiammatorio.
La magnetoterapia trova applicazione praticamente in tutte le patologie caratterizzate da dolore, infiammazione, deficit funzionale e vascolare. Inoltre agisce soprattutto sul sistema osseo e articolare accelerando la calcificazione delle fratture, la cicatrizzazione di ferite e la guarigione dei tessuti molli.
In particolare le patologie per cui la magnetoterapia può essere utilizzata sono:
distorsioni
lombalgia
artrite
ernia del disco
artrosi
malattie reumatiche
dolori muscolari
formicolii e tunnel carpale
epicondilite
vene varicose
osteoporosi
ulcere da decubito
edema
CONTROINDICAZIONI
Pur essendo assolutamente non invasiva, la magnetoterapia presenta alcune controindicazioni d’uso in determinati casi, perché le onde elettromagnetiche possono danneggiare o interferire con il funzionamento di altri dispositivi. In particolare, il ricorso a questa terapia è sconsigliato in presenza di:
pacemaker e stimolatori cardiaci
protesi di metallo
gravi patologie cardiologiche
patologie neoplastiche tumorali complesse
ipertiroidismo
gravidanza e allattamento
In base alla differente sorgente del campo magnetico, si possono individuare tre diversi tipi di magnetoterapia:
1. Statica:
è la tipologia più semplice di magnetoterapia che si effettua attraverso un solenoide, ovvero un apparecchio di forma cilindrica percorso da corrente che genera un campo elettromagnetico al suo interno
2. A bassa frequenza: Genera campi magnetici variabili con frequenze che oscillano tra i 10 e i 200 Hz, ed è la più indicata per favorire la rigenerazione dei tessuti
3. Ad alta frequenza (o radio frequenza): Raggiunge frequenze elevatissime, quantificabili nell’ordine di milioni di hertz (da 18 a 900 Mhz). Queste frequenze radio vengono utilizzate soprattutto per il loro effetto analgesico e antinfiammatorio.
La magnetoterapia trova applicazione praticamente in tutte le patologie caratterizzate da dolore, infiammazione, deficit funzionale e vascolare. Inoltre agisce soprattutto sul sistema osseo e articolare accelerando la calcificazione delle fratture, la cicatrizzazione di ferite e la guarigione dei tessuti molli.
In particolare le patologie per cui la magnetoterapia può essere utilizzata sono:
distorsioni
lombalgia
artrite
ernia del disco
artrosi
malattie reumatiche
dolori muscolari
formicolii e tunnel carpale
epicondilite
vene varicose
osteoporosi
ulcere da decubito
edema
CONTROINDICAZIONI
Pur essendo assolutamente non invasiva, la magnetoterapia presenta alcune controindicazioni d’uso in determinati casi, perché le onde elettromagnetiche possono danneggiare o interferire con il funzionamento di altri dispositivi. In particolare, il ricorso a questa terapia è sconsigliato in presenza di:
pacemaker e stimolatori cardiaci
protesi di metallo
gravi patologie cardiologiche
patologie neoplastiche tumorali complesse
ipertiroidismo
gravidanza e allattamento
I dispositivi TENS funzionano erogando piccoli impulsi elettrici attraverso 2 o più elettrodi dotati di cuscinetti adesivi per fissarli alla pelle di una persona. Questi impulsi elettrici inonderanno il sistema nervoso, riducendo la sua capacità di trasmettere segnali di dolore al midollo spinale e al cervello. Gli stessi impulsi elettrici stimolano anche il corpo a produrre antidolorifici naturali chiamati endorfine. In questo articolo, potrai scoprire di più sugli usi di una macchina TENS e la ricerca sulla sua efficacia.
QUANDO SI USA
I dispositivi TENS possono aiutare a trattare i seguenti sintomi:
sofferenza mestruale
travaglio
dolore postoperatorio
dolori articolari e muscolo-scheletrici
dolore al collo e alla schiena
Per quanto riguarda il trattamento del dolore muscolo scheletrico ad esempio può essere impiegata con efficace per trattare il dolore di una frattura. Vi sono però delle problematiche legate al posizionamento, infatti quando si indossa un gesso non è quasi mai possibile applicare degli elettrodi al di sotto per motivi di spazio e comfort. Se si indossasse uno dei tutori stampati in 3D realizzati con la nostra soluzione si potrebbe tranquillamente applicare gli elettrodi al di sotto facendo passare la cavetteria attraverso uno dei fori presenti sul tutore. Se sei interessato su come applicare la stampa 3D nel tuo reparto di ortopedia scopri le nostre soluzioni di stampa 3D per tutori ortopedici su misura.
Inoltre, viene a volte utilizzata per curare il dolore derivante dalle seguenti condizioni mediche:
endometriosi
artrite
traumi sportivi
sclerosi multipla
fibromialgia
neuropatie da diabete
traumi del midollo spinale
Un’unità TENS ha un interfaccia con controlli che consentono all’operatore o direttamente al paziente di somministrare un livello adeguato di sollievo dal dolore. Si possono ottenere diversi effetti alterando i seguenti aspetti della corrente elettrica:
Intensità: consente all’utente di regolare l’intensità della stimolazione elettrica.
Frequenza: la frequenza si riferisce al numero di impulsi elettrici al secondo. Gli impulsi ad alta frequenza (HF) vanno da 80 a 120 cicli al secondo e possono aiutare a gestire il dolore acuto. Gli impulsi a bassa frequenza (LF) variano da 1 a 20 cicli al secondo e sono adatti per il trattamento del dolore cronico.
Durata: la durata è il numero di microsecondi che la corrente entra nella pelle per ogni impulso.
QUANDO SI USA
I dispositivi TENS possono aiutare a trattare i seguenti sintomi:
sofferenza mestruale
travaglio
dolore postoperatorio
dolori articolari e muscolo-scheletrici
dolore al collo e alla schiena
Per quanto riguarda il trattamento del dolore muscolo scheletrico ad esempio può essere impiegata con efficace per trattare il dolore di una frattura. Vi sono però delle problematiche legate al posizionamento, infatti quando si indossa un gesso non è quasi mai possibile applicare degli elettrodi al di sotto per motivi di spazio e comfort. Se si indossasse uno dei tutori stampati in 3D realizzati con la nostra soluzione si potrebbe tranquillamente applicare gli elettrodi al di sotto facendo passare la cavetteria attraverso uno dei fori presenti sul tutore. Se sei interessato su come applicare la stampa 3D nel tuo reparto di ortopedia scopri le nostre soluzioni di stampa 3D per tutori ortopedici su misura.
Inoltre, viene a volte utilizzata per curare il dolore derivante dalle seguenti condizioni mediche:
endometriosi
artrite
traumi sportivi
sclerosi multipla
fibromialgia
neuropatie da diabete
traumi del midollo spinale
Un’unità TENS ha un interfaccia con controlli che consentono all’operatore o direttamente al paziente di somministrare un livello adeguato di sollievo dal dolore. Si possono ottenere diversi effetti alterando i seguenti aspetti della corrente elettrica:
Intensità: consente all’utente di regolare l’intensità della stimolazione elettrica.
Frequenza: la frequenza si riferisce al numero di impulsi elettrici al secondo. Gli impulsi ad alta frequenza (HF) vanno da 80 a 120 cicli al secondo e possono aiutare a gestire il dolore acuto. Gli impulsi a bassa frequenza (LF) variano da 1 a 20 cicli al secondo e sono adatti per il trattamento del dolore cronico.
Durata: la durata è il numero di microsecondi che la corrente entra nella pelle per ogni impulso.
Gli ultrasuoni sono vibrazioni acustiche ad alta frequenza non percepibili dall’orecchio umano.
In campo fisioterapico gli ultrasuoni sono ottenuti in modo artificiale, attraverso specifici macchinari, che sfruttano la proprietà di cristalli minerali sottoposti all’azione di un campo elettrico di corrente alternata. Questi cristalli si dilatano e si comprimono e successivamente iniziano ad emettere vibrazioni.
Una volta che gli ultrasuoni attraversano il corpo, le vibrazioni prodotte dalla testina a contatto con la pelle muovono le particelle interne stimolando il repentino riassorbimento del liquido infiammatorio.
Gli ultrasuoni, inoltre, attraverso queste vibrazioni, urti e frizioni delle strutture cellulari e intracellulari generano anche del calore, esercitando, quindi, oltre ad un effetto meccanico anche un effetto termico. Proprio per la presenza di questa componente termica è possibile usarli sia a contatto diretto ma anche a contatto indiretto, quindi per immersione, inserendo direttamente la testina in acqua insieme alla zona da trattare.
Gli effetti terapeutici della terapia con ultrasuono sono, quindi, di effetto antalgico, rilassamento dei muscoli contratti, azione fibrotica ed effetto trofico.
La ultrasuonoterapia è indicata per:
epicondiliti
periartriti scapolo-omerali (anche se sono presenti calcificazioni)
morbo di Dupuytren
sciatalgie e nevriti in genere
condropatie
artrosi
Controindicazioni
Le controindicazioni della ultrasuonoterapia ne impediscono l’utilizzo in particolare:
in presenza di neoplasie, flebiti, tromboflebiti e vene varicose
in vicinanza dell’area cardiaca soprattutto in caso di miocardiopatie
vicino agli di organi sessuali
nelle articolazioni con epifisi fertili, sia nei bambini in fase di crescita che negli anziani con una forte osteoporosi (va ad aggravare i fenomeni di decalcificazione ossea)
flebiti in fase acuta
donne in gravidanza
in prossimità del midollo osseo
La ultrasuonoterapia è indicata per:
epicondiliti
periartriti scapolo-omerali (anche se sono presenti calcificazioni)
morbo di Dupuytren
sciatalgie e nevriti in genere
condropatie
artrosi
Controindicazioni
Le controindicazioni della ultrasuonoterapia ne impediscono l’utilizzo in particolare:
in presenza di neoplasie, flebiti, tromboflebiti e vene varicose
in vicinanza dell’area cardiaca soprattutto in caso di miocardiopatie
vicino agli di organi sessuali
nelle articolazioni con epifisi fertili, sia nei bambini in fase di crescita che negli anziani con una forte osteoporosi (va ad aggravare i fenomeni di decalcificazione ossea)
flebiti in fase acuta
donne in gravidanza
in prossimità del midollo osseo
L’elettrostimolazione è un metodo di stimolazione muscolare che avviene tramite un macchinario chiamato elettrostimolatore, utilizzato in diversi ambiti: sportivo, terapeutico ed estetico.
L’elettrostimolazione o Correnti di Kotz agiscono generando una serie di impulsi elettrici a media frequenza di tipo eccitomotorio, ovvero vanno ad indurre la contrazione del muscolo.
In questo caso, la media frequenza dà un effetto di contrazione massimale con il minimo affaticamento del muscolo.
Le correnti di Kotz possono essere di vari tipi: alternato, bidirezionale e sinusuidale.
La durata dell’impulso è di 10 secondi seguito da una pausa di 50 secondi. Il Dott. Kotz applicò queste impostazioni perché scoprì che dopo 12-15 secondi il muscolo si affatica eccessivamente ed inoltre con una pausa di soli 20-30 secondi circa provoca l’accomodazione del nervo che quindi si contrae sempre meno.
Questo trattamento agisce più in profondità rispetto agli impulsi a bassa frequenza perché la resistenza cutanea è inversamente proporzionale alla frequenza delle correnti che l’attraversano.
Il paziente avverte poco fastidio perché utilizzando questa frequenza si stimolano solo le terminazioni nervose motorie, ma non quelle che trasmettono il dolore. È importante però, che le correnti di Kotz vengano utilizzate correttamente, cioè il paziente deve muovere l’arto mentre riceve l’impulso elettrico, altrimenti l’effetto non è rilevante.
In fisioterapia, l’elettrostimolazione è molto usata soprattutto in ambito sportivo, perché consente una ripresa più veloce dagli infortuni e l’effetto terapeutico porta miglioramento del tono e del trofismo muscolare, aumentando la forza e la massa del muscolo trattato. È una terapia indicata anche per i pazienti che hanno un’atrofia da non uso, quindi ad in fase post-intervento chirurgico, in seguito ad una frattura o un infortunio che ha immobilizzato un arto.
CONTROINDICAZIONI
La controindicazione principale è presenza di pace-maker, in quanto potrebbe esserci un’interferenza con l’apparecchio e quindi con il battito cardiaco. Inoltre non va utilizzata in gravidanza, in presenza di neoplasie, protesi metalliche e ferite cutanee (sarà sufficiente spostare l’elettrodo in una zona di pelle intatta).
CONTROINDICAZIONI
La controindicazione principale è presenza di pace-maker, in quanto potrebbe esserci un’interferenza con l’apparecchio e quindi con il battito cardiaco. Inoltre non va utilizzata in gravidanza, in presenza di neoplasie, protesi metalliche e ferite cutanee (sarà sufficiente spostare l’elettrodo in una zona di pelle intatta).